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Daniel Adejo: “Ecco perché ho lasciato la Salernitana” Calcio Salernitana Sport 

Daniel Adejo: “Ecco perché ho lasciato la Salernitana”

Bordate sulla Salernitana. Daniel Adejo non le manda a dire e, ai microfoni di Radio Bussola 24, racconta il suo mese e mezzo trascorso da calciatore della Salernitana. L’ex Vicenza è stato prelevato a luglio dalla società di via Allende, che invece nei giorni scorsi ha risolto ufficialmente il triennale sottopostogli soltanto poche settimane fa. I motivi? Li spiega direttamente il centrale nigeriano: “Ci sono tanti fattori che mi hanno indotto a lasciare Salerno, dinamiche che non mi va di raccontare perchè il discorso non è legato solo al campo – ha esordito Adejo prima di prendere la rincorsa –  Appena sono arrivato ho avuto un colloquio con Fabiani e non mi sono piaciute le cose che ci siamo detti. Non è possibile essere mandato via dopo poche settimane dalla firma del contratto. Per me è un chiaro segnale, non è possibile mettersi d’accordo e poi tornare indietro. Anche in campo, poi, si sono susseguite cose poco chiare“.

La decisione finale, ovvero quella di dividere le strade dopo pochissimo tempo, non è stata della società. E Adejo ci tiene a sottolinearlo: “Non è stata la società a mandarmi via, sono stato io a decidere di andar via. Non stavo bene qui, questa è la verità. Ho capito dopo il primo colloquio col direttore che qui non era il posto giusto per me. Cosa mi ha detto? Faccende economiche, anche di più. Però lasciamo stare. Dopo tre settimane, ripeto, non possono esserci problemi. Se mi ha chiesto di rivedere gli accordi? No, non voglio aggiungere altro. Dico soltanto che ho avuto dei segnali chiari dopo essermi presentato con umiltà. Non sono un ragazzino della Primavera, nella mia carriera ho sempre giocato e mi dispiace che qualcuno dica cose non vere. Ho parlato un po’ con tutti per capire i motivi ma trovavo sempre un muro davanti a me. Non voglio rovinare tutti i sacrifici che ho fatto nella mia vita, mi ritengo un ragazzo intelligente e non mi andava di stare qui giusto per. Quando firmo qualcosa lo faccio con convinzione”.

Ed anche il rapporto col trainer di Poggio Rusco non è mai decollato: “Con Bollini abbiamo parlato, ha sempre cercato di spiegarmi le cose però in campo non ho visto un’apertura totale nei miei confronti. Mi sembrava di essere in un recinto, mi facevano sentire inadeguato. L’anno scorso ho fatto 36 partite, ne ho 200 in carriera, potete chiedere a Pucino che giocatore sono e come sono uscito dal campo l’ultima giornata a Vicenza, dopo la retrocessione. Tutto qui, non ero sereno, felice. Il contratto conta fino ad un certo punto, prima dei soldi vengo io e viene la mia famiglia. Critiche sul mio stato di forma? Non rispondo. Quando sono arrivato il mister mi ha chiesto come stavo, io gli ho detto che mi ero allenato da solo e dopo due giorni mi ha fatto giocare con la Sambenedettese: cosa potevate aspettarvi? Non credo che gli altri sono entrati in forma dopo due giorni. Avevo solo bisogno di tempo. Auguro comunque il meglio alla Salernitana, sarà il campo poi a dire dove potrà arrivare”.

mm

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